La tampografia fa parte di quella ampia serie di tecnologie come la serigrafia, la stampa offset e rotocalco che sono state ottimizzate per l’industria al fine di effettuare la stampa e decorazione di superfici e oggetti. Viene anche denominata stampa a tampone dato che si basa sulla tecnologia di trasferimento di un inchiostro tramite un tampone di silicone.
La nascita della tampografia, secondo l'ipotesi più accreditata, pare sia sorta dalla esigenza di alcuni orologiai svizzeri, che nel secolo scorso ricercavano un metodo di stampa che consentisse di stampare con elevata precisione i quadranti degli orologi.
Il metodo di stampa a tampone fu inizialmente limitato all'Europa, fino ai primi anni settanta, periodo in cui alcuni costruttori cominciarono ad esportare in tutto il mondo i loro prodotti.
Il principio di funzionamento si basa sul trasferimento di un inchiostro da una lastra incisa ad una altra superficie tramite un tampone in silicone. L'immagine che deve essere trasferita viene incisa su una lastra apposita, chiamata cliché. Una volta installato il cliché nella macchina da stampa, la sua superficie viene inchiostrata, e poi e poi raclata per far sì che l'inchiostro rimanga solo nell'area dell'immagine da riprodurre. Questo processo oggi viene effettuato oggi tramite una tazza chiusa e riempita di un apposito inchiostro tampografico che viene movimentata tangenzialmente sul clichè.
L’inchiostro in questo modo riempie gli incavi dell’incisione sul cliche’ e i bordi della tazza nel movimento puliscono il cliche’ da l’inchiostro che non e’ rimasto negli incavi. Con l’esposizione all’aria e la conseguente evaporazione dei solventi dalla superficie inchiostrata (figura a), si ottiene un aumento la capacità di adesione dell'inchiostro stesso al tampone di silicone.
Il tampone viene posizionato direttamente sul cliché, premuto contro la sua superficie in modo che l'inchiostro vi aderisca (figura b), dopodiché viene rimosso sollevandolo.
Grazie alle alterazioni fisiche subite durante l'inchiostrazione, la raclatura e l’esposizione all’aria, l'inchiostro tende a lasciare la zona inchiostrata per trasferirsi sul tampone. (figura c)
Una volta che il tampone è stato sollevato dal cliché, trascorre un breve lasso di tempo prima che l'inchiostro che vi è depositato venga trasferito sulla superficie finale. Durante questa fase esso subisce di nuovo delle alterazioni fisiche dovute al solvente che, evaporando dallo strato esterno, ne aumenta la viscosità e le proprietà di adesione.(Figura d)
Le alterazioni fisiche subite dallo strato di inchiostro durante il passaggio di stampa e l’evaporazione dei solventi, fanno sì che esso tenda a lasciare il tampone quando questo viene premuto sulla superficie per trasferirvi l'immagine.(figura e , figura f)